"La grande domanda, alla quale nemmeno io so rispondere" - asserisce Sigmund Freud -"malgrado trent'anni di lunghe ricerche, è questa: cosa vuole una donna?"
Jacques Lacan nel suo Seminario XX si occupa di questa domanda irrisolta, è affascinato da questo quesito (e chi non lo sarebbe?!). E' d'accordo con la posizione freudiana che insiste nel non avere timore del transfert femminile nella clinica psicoanalitica: sottolinea che dal suo punto di vista, "La donna" non esisterebbe, ossia che, a differenza degli uomini, di cui si può farne un insieme, un tutt'uno (magari eccezion fatta per il proprio padre), delle donne non è possibile farne una totalità; si possono prendere solo una per una... "La donna non è mai tutta" - afferma Lacan, si può solo scegliere di essere una donna, al singolare. Quindi per Lacan "La donna" come concetto (nell'inconscio) non esisterebbe; si tratterebbe, piuttosto, di cogliere soggettivamente una posizione femminile o maschile in ciascun essere umano, rispetto al proprio desiderio.
Questo mistero umano toccherebbe e riguarderebbe anche le donne, secondo Lacan, ossia varrebbe anche (e soprattutto) per una donna la domanda: "che cosa vuol dire essere una donna o un uomo?". E "come gode una donna, rispetto ad un uomo?".
Lasciamo sospese volutamente queste domande, che per la psicoanalisi sono domande fondamentali, esistenziali, che ciascun essere umano, singolarmente, può arrivare a porsi... per arrivare a toccare il proprio desiderio, il proprio rapporto con l’Altro, con il sapere, con il cosa si sta cercando nella propria vita, cosa si sta ripetendo... E cos'è l'amore. Perché - e chiudiamo con una citazione volutamente ambigua di Jacques Lacan - "Il rapporto sessuale, non esiste!".
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